Terza  edizione per la pastasciutta antifascista a Cascina Saetta di Bosco Marengo, il primo bene confiscato alla mafia e riutilizzato a fini sociali.  Dopo il successo delle precedenti edizioni scorso anno, sabato 22 luglio l’evento si ripete e si amplia di contenuti e significati. 

L’evento è promosso dall’Anpi provinciale, in collaborazione con  Libera, Associazione Parcival,   Fondazione Social e Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. 

Prima della cena,   che come tradizione sarà ad offerta libera, avrà luogo la presentazione del progetto “geolocalizzazione dei luoghi della memoria”. Verrà presentata la piattaforma on line che mappa tutti i luoghi della memoria partigiana, realizzata in collaborazione con Gfoss, l’associazione Italiana per l’informazione geografica libera. 

Ma come nasce la tradizione della pastasciutta antifascista? 

Il 25 luglio del 1943, a seguito della riunione del Gran Consiglio del Fascismo, Mussolini viene destituito e arrestato. 
I fratelli Cervi non vennero immediatamente a conoscenza della notizia della caduta di Mussolini perché impegnati nei campi, ma fu sulla via del ritorno a casa che incontrarono numerose persone in festa. Sebbene sapessero che la guerra non era davvero terminata, decisero di festeggiare comunque l’evento, un momento di pace dopo 21 anni di dittatura fascista. Si procurarono la farina, presero a credito burro e formaggio dal caseificio e prepararono chili e chili di pasta.
Una volta che questa fu pronta, caricarono il carro e la portarono in piazza a Campegine pronti a distribuirla alla gente del paese. Fu una festa in piena regola, un giorno di gioia in mezzo alle preoccupazioni per la guerra ancora in corso. 
Pochi mesi dopo, i fascisti della repubblica di Salò fucilarono i sette fratelli Cervi: Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore. Avevano un’età compresa tra i 42 e i 22 anni. 

Da allora, nei giorni in cui ricorre l’anniversario della caduta del fascismo, la grande pastasciuttata della famiglia Cervi si rinnova, per ricordare e celebrare i valori dell’antifascismo. Con Libera che ricorda che “La Nuova Resistenza è la lotta contro tutte le mafie e contro tutte le forme di intimidazione violenta e aggressione armata verso i più deboli”.

L’ingresso della serata a Cascina Saetta è a offerta. La pasta sarà quella a marchio Libera Terra, coltivata su terreni confiscati alla criminalità mafiosa e sarà servita con il tradizionale condimento a base di burro e parmigiano, e anche con il pesto di cavolo nero e noci o il pesto di erba cipollina e nocciole, prodotti a marchio Cascina Saetta perché realizzati con le verdure coltivate nell’impianto acquaponico della cascina. 

La cena sarà servita a partire dalle 19,30, per informazioni e prenotazioni 349 6325643

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